Come educĕre, mie riflessioni personali su come svolgere il ruolo educativo e culturale.
Il lavoro del docente universitario e non solo è quello di spalancare nuove opportunità di conoscenza oppure sta tradendo la cultura.
Come mai?
La cultura a differenza dell'erudizione è nella condivisione del sapere. L'erudizione è chiudersi all'interno di una torre d'avorio, cosa che i filosofi sanno fare benissimo, la cultura è condivisione di quel sapere.
Certo quando si accorgeranno che state allargando gli orizzonti dei vostri studenti e che date margini di libertà sempre maggiori capiranno che siete pericolosi...molto pericolosi.
Finirà la pacchia e...inizieranno i guai.
Bisogna dare testimonianza di come le menti umane possono essere allargate.
Come?
Facendo spazio dentro di se e cominciare a vedere i limiti della propria disciplina, saltare dalla fisica alla medicina, alla politica, geografia, psicologia, biologia, neurologia, chimica, linguistica, antropologia, ecc..
Mamma mia che confusione!!!!!
No...no...no...sono tutte strutture che si connettono, sono tutte collegate.
Quando vedi che ci sono connessioni non ne puoi più fare a meno.
Vedere collegamenti significa che la tua mappa del mondo si sta allargando, aprendo...non è una bella esperienza, sia chiaro, scordatevelo.
All'inizio è una esperienza orribile.
All'inizio io quattro cose sapevo!
Tu come mai me le rimetti in discussione tutte?
Perché all'inizio la conoscenza schiude margini di ignoranza sempre maggiori.
Quando noi cominciamo a conoscere non troviamo maggiore sicurezza...i margini della nostra insicurezza aumentano.
Quando cominci ad entrare in un sistema nel quale ad una cosa se ne collega un'altra ad un'altra, un'altra ad un'altra...ecc. non ti trovi più sicuro.
Ti trovi più ignorante.
Forse per questo Socrate sapeva di non sapere.
Aveva la capacità di vedere connessioni e di disvelare prima di tutto a se stesso la propria ignoranza.
Il processo della conoscenza non è un processo facile.
La prima cosa che ti riconsegna è la tua ignoranza, ti regala margini di ignoranza sempre maggioriè per questo che è difficile resistere.
E' per questo che ci affezioniamo ai nostri piccoli saperi anche quando guardiamo lo specchio.
Ci affezioniamo alla nostra identità.
Non abbiamo ancora capito quello che disse Lev Nikolàevič Tolstòj quando disse ''quando l’indigeno scopre che il suo feticcio di legno non è Dio, non ha scoperto che Dio non esiste, ha scoperto che Dio non è di legno.''
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