domenica 6 luglio 2014

Autostima nei bambini e nell'adulto

Autostima nei bambini e nell'adulto


 L’autostima è semplicemente una stima, una valutazione, o se vogliamo la risposta alla domanda: ”Cosa penso di me?”. 
L’autostima è la percezione che hai del tuo valore personale e delle tue  qualità. Situata al centro di ciò che sei, essa  ha un ruolo chiave nel raggiungimento della felicità in quanto direttamente collegata alle tue emozioni e ai tuoi pensieri. I modi in cui la bassa fiducia in se stessi può manifestarsi nella tua vita sono molteplici, tra cui:

      Sfiducia nelle proprie capacità
      Eccessiva ricerca di approvazione
      Sensazione di non meritare successo
      Vittimismo
      Senso di inferiorità

La bassa autostima è come guidare nella vita con il piede sul freno.

Se ci valorizziamo la nostra autostima sarà alta altrimenti sperimenteremo quella che viene chiamata bassa autostima.
la stima di sé ha origine nel confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere. 
In questo senso, tanto più il "come siamo" è lontano da il “come vorremmo essere” tanto più ci si sente come persone di minor valore e si prova insoddisfazione nei propri confronti. 

Chi sperimenta bassa autostima non sentendosi sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità, evita di scegliere e agire per un eccessivo timore di sbagliare, sperimenta maggior incertezza e difficoltà a staccare dalla situazione problematica per cercare una soluzione e quando vive un insuccesso soffre maggiormente, associando l’accaduto esclusivamente ad una sua mancanza mentre quando sperimenta un successo tende a svalutarlo, sminuirlo.
La base da cui partire è quella di considerare che una bassa autostima non è una condizione permanente; ci sono dei momenti e dei periodi particolari in cui la nostra autostima è bassa e altri no. Non è una condizione permanente.
Chi sperimenta bassa autostima infatti vive la sensazione di perdere il controllo dei propri stati d’animo sentendosi spesso mancare le forze e la determinazione per raggiungere i propri obiettivi. 

Fino qui il problema e le soluzioni?

La buona notizia è che il nostro livello di autostima non è scritto nei nostri geni. Non puoi scegliere di che colore sono i tuoi occhi o i tuoi capelli, ma puoi sempre imparare a rispettarti maggiormente, a riconoscere i tuoi limiti e ad apprezzare i tuoi pregi.
Vi indico alcuni passi per migliorare la vostra vita:
Cura il tuo aspetto Ho sempre preferito l’essenza all'apparenza, ma curare se stessi, il proprio aspetto fisico ed il modo in cui ci vestiamo può avere un importante impatto sulla nostra autostima. A volte, quando ci sentiamo giù di corda e fuori forma, un po’ di attività sportiva, una bella doccia ed il nostro capo di vestiario preferito sono un toccasana per aumentare la fiducia in noi stessi.
Ripensa il modo in cui ti pensi Curare il proprio aspetto, non solo ci fa sentire meglio, ma ci aiuta a creare una nuova immagine di noi stessi. Gran parte del nostro livello di autostima è legato all'immagine che proiettiamo di noi stessi nella nostra mente. Non sempre questa immagine è reale e spesso tendiamo a dare maggior peso ai nostri difetti piuttosto che ai nostri pregi. Questa immagine non è scolpita nella pietra: modificala come se avessi a disposizione uno di quei programmi di ritocco digitale. Non si tratta di mentire a se stessi, ma al contrario di equilibrare i nostri pregi e difetti.
Impara a definire i tuoi obiettivi. 
Un’altra importante componente della nostra autostima è legata agli obiettivi che riusciamo a centrare. In alcuni periodi la nostra vita sembra costellata da continui fallimenti; le cause possono essere molteplici: la dannata sfortuna (molto meno di quanto crediamo), la nostra mancanza di auto-disciplina (spesso, ma non sempre), gli inevitabili ostacoli che non avevamo preventivato. Eppure, spesso non riusciamo a centrare i nostri obiettivi a causa di come li definiamo. Obiettivi migliori possono condurci a risultati migliori e di conseguenza ad una maggiore autostima.
Scrivi un diario personale.  Il più delle volte ricordiamo benissimo i nostri fallimenti e tendiamo a dimenticare i nostri successi; per questo motivo un diario personale, in cui raccogliere quotidianamente i nostri pensieri e le nostre esperienze (positive e negative), può aiutarci ad avere un’immagine più oggettiva dei risultati che abbiamo raggiunto nel passato. Conoscere te stesso, quello che hai già affrontato ed il modo in cui ne sei uscito, può essere una spinta fondamentale per aumentare la fiducia in te stesso.
Oltre al diario prendi un notes e da oggi, per una settimana, trascrivi, quando ti è possibile,  tutti i giudizi e le critiche sugli altri e su te stesso che fai - anche solo mentalmente - durante la giornata. Scrivi e chiudi subito il notes senza rileggere. Al settimo giorno aprilo e osserva la tua "produzione". Ti accorgerai di quanto il tuo pensiero sia inquinato da giudizi continui che t'impediscono una visione diretta della realtà e di quante critiche ti fai che coincidono con quelle che ricevi.
Nella settimana successiva raccogli e trascrivi, con lo stesso metodo, le critiche che ti vengono fatte da altri, in ogni ambito, e al settimo giorno rileggile e "contemplale". Ti accorgerai che non sono di più di quelle che hai pensato tu stesso e che riguardano aspetti del tuo carattere e della tua vita che tu stesso senti problematici e irrisolti.
Ciò non vuol dire che siano critiche giuste, ma ti segnalano anzi che ti colpiscono solo perché ti ci riconosci. Quando infatti riguardano ciò su cui ti senti sicuro, non ci fai neanche caso.
Ora prendi sia i fogli con le tue critiche, sia quelli con le critiche degli altri e strappali diverse volte. Distendi i pezzi sul tavolo e mescolali con le mani in modo da costruire un unico gigantesco foglio-puzzle. Lì sono raccolti tutti i pensieri che impediscono a te e agli altri di entrare in relazione in senso vero, lì c'è tutto il superfluo della mente che appesantisce le tue azioni e la tua autostima. Prendi tutti i pezzi di carta, fanne un'unica palla e, in un luogo sicuro, bruciala. Osserva come ritorna a essere fumo ciò che era già fumo in partenza, nella mente nostra e altrui, ma a cui si dava invece un valore assoluto.
Quando la carta ha cessato di bruciare, mettiti comodo dove tu vuoi e lascia che i pensieri che ti si presentano spontaneamente possano fluire liberamente, qualsiasi essi siano, se ci sono. Potrebbe venirti voglia di riposare, o di guardare dalla finestra, o di piangere, di ridere, di chiamare amichevolmente uno dei tuoi "critici"o altro ancora. Non opporti a niente.
Parla lentamente. 
Non smetterò mai di sorprendermi di come il nostro corpo e la nostra gestualità influenzino la nostra mente e viceversa. Un famoso detto americano dice “fake it till you make it” (fai finta, finchè non ci riuscirai): questo significa che ancor prima di avere un’elevata autostima dovresti fingere di comportarti come qualcuno molto confidente. Qualche esempio pratico? Prova a parlare lentamente: chi parla in modo fermo e pacato dimostra di avere piena padronanza dell’argomento e di non doversi precipitare per esprimere la propria opinione.

Smetti di paragonarti agli altri.
Quella di paragonare se stessi o la propria vita a quella degli altri è una cattiva abitudine di cui sono succubi le persone con una scarsa opinione di sè. Tale abitudine spesso è iniziata nell’infanzia, praticando uno sport agonistico, o magari è stata stimolata da qualche genitore iper-esigente che ti paragonava al perfettino figlio dei vicini. Paragonarsi o confrontarsi agli altri significa dare dei giudizi spesso negativi su se stessi o sulle altre persone, finendo col sentirsi inadeguati o pieni di sentimenti rancorosi.
Ma come fare per smettere questo comportamento o almeno usarlo nel modo migliore?
Comincia a realizzare che ci sono 7 miliardi di persone su questo pianeta è solo uno sei tu.
Non c’è nessuno che può competere con te per essere te stesso. La tua unicità su questo mondo può fare la differenza.
Bandiamo il pessimismo. Migliora la resilienza.
Spesso le persone con scarsa autostima hanno tendenze al pessimismo. Alcuni esempi di messaggi negativi che si mandano e si ripetono continuamente  sono: “sono un fallito”, “non otterrò mai niente”, “sono un imbranato”, ecc.
Questi pensieri possono essersi presentati talmente tante volte nella tua mente che neanche ti accorgi di essi. Per intervenire sui pensieri dannosi e imparare a gestirli al meglio puoi utilizzare  il modello ABCDE di Martin Seligman
Cambia cornice alle tue convinzioni limitanti.
Come hai potuto notare nel punto 2 le persone con scarsa fiducia in se stesse spesso possiedono convinzioni limitanti come “non sono bravo abbastanza”, “sono un fallito”, ecc.  Oltre al modello ABCDE,  puoi intervenire sulle convinzioni limitanti, attraverso il reframing, i cambiamento delle “cornici mentali”
Le cornici sono delle lenti psicologiche attraverso le quali osserviamo il mondo che servono come filtro per interpretare la realtà. Queste cornici possono quindi essere limitanti e focalizzate su aspetti negativi o potenzianti focalizzandosi sui lati positivi. Per cambiare cornice e sconfiggere le tue convinzioni limitanti leggi qui.
Scopri i tuoi valori.
Una sana autostima è inseparabile dai tuoi valori e dalla tua integrità. I valori sono un set di regole e principi morali che insieme alle convinzioni guida la tua vita, definendo ciò che è giusto da ciò che non lo è. Ogni persona possiede un set di valori unico che si differenzia da quello delle altre persone. Essere consapevoli dei propri valori ti aiuterà a prendere le decisioni migliori e ad essere più focalizzato su ciò che vuoi raggiungere nella vita. Per scoprire i tuoi valori ti consiglio di leggere l’articolo scopri i tuoi valori.
Coltiva hobbies e interessi.
È molto importante coltivare hobbies, interessi e praticare delle attività che ti facciano sentire bene come leggere dei libri che possano ispirarti o farti riflettere, guardare dei film che possano farti ridere. Un altro modo per creare input positivi è creare delle sfide personali come imparare una lingua, imparare a suonare uno strumento, lavorare per migliorare qualche area della tua vita
Circondati di persone che ti amano.
Le persone che ti circondano hanno un  forte impatto sulla tua vita. Quindi circondati di persone che ti apprezzino e che ti accettino per quello che sei. Ovviamente la cosa deve essere reciproca, anche tu devi rispettare le persone che ti circondano per come sono. Quindi se frequenti delle persone che non ti rispettano, non ti stimano o ti fanno sentire male con te stesso ti consiglio di vederle con minore frequenza.
Fa una lista delle tue qualità.
Fai una lista di tutti i tuoi aspetti positivi incluse capacità, esperienze, talenti, virtù e qualsiasi altra qualità che possa farti sentire bene con te stesso. Per farlo prova a rispondere alle seguenti domande:

Cosa mi piace di me stesso?
Quali caratteristiche positive possiedo?
Quali risultati ho ottenuto?
Quali sfide ho superato?
Quali competenze o talenti possiedo?
Cosa apprezzano gli altri di me?
Quali caratteristiche mi piacciono delle altre persone che ho in comune con loro?
Se qualcuno avesse le mie stesse caratteristiche cosa mi piacerebbe di questa persona?
Inoltre, per focalizzarti sulle tue caratteristiche positive puoi trovare utile l’esercizio di cui ho parlato nell’articolo sulla fiducia in se stessi.

Sii altruista.
Far sentire bene le altre persone è uno dei modi più belli ed efficaci che esistono per far sentire bene anche se stessi.
Aiutare gli altri  contribuisce  a mettere le cose in prospettiva. In particolar modo quando si tratta di persone meno fortunate di te, può aiutarti a realizzare quanto tu sia  privilegiato .
La York University qualche anno fa ha pubblicato uno studio in cui ai partecipanti era chiesto di comportarsi con gentilezza e disponibilità verso un’altra persona per qualche minuto al giorno. Dopo 6 mesi, i partecipanti riportarono un maggior livello di autostima e di felicità rispetto al gruppo di controllo.
Basta qualche piccolo gesto quotidiano come ringraziare, fare un complimento sincero, dare conforto a chi ha avuto una giornata pesante o dare una mano a chi sta portando qualcosa di pesante. Queste piccole azioni non costano nulla e possono davvero far la differenza per te e per gli altri.
Avere uno scopo nella vita.
Uno dei modi migliori per aumentare la stima e la fiducia in se stessi è quello di avere chiaro in mente perché sei sulla terra e qual è il tuo scopo nella vita. Avere chiaro uno scopo può metterti nella giusta condizione per inseguire i tuoi sogni e realizzare i tuoi obiettivi, è una potente forza che ti guiderà nel modo di comportarti con gli altri e determinerà il tuo contributo nel mondo.
Prendi carta e penna e scopri il tuo scopo nella vita:
Scrivi almeno due qualità che ti rendano unico. Per esempio gentilezza e generosità.
Ora elenca un paio di modo in cui tu possa esprimere queste qualità quando interagirai con le altre persone. Per esempio insegnare ai bambini.
Immagina il mondo come un posto perfetto, cosa ti piacerebbe vedere in questo mondo perfetto? Per esempio: mi piacerebbe che tutti avessero fiducia nelle proprie capacità e nel raggiungere i propri obiettivi e fossero gentili gli uni con gli altri.
Ora combina i 3 passi precedenti per creare una dichiarazione sul tuo scopo. Per esempio: il mio scopo nella vita è di usare generosità e gentilezza per insegnare ai bambini ad avere fiducia in se stessi e a raggiungere i loro obiettivi essendo gentili gli uni con gli altri.
A tal scopo il brano Scopri il tuo potere contiene uno dei processi più sofisticati e profondi per individuare il proprio scopo nella vita
Ricorda i successi e impara dai fallimenti. Sbagliando si impara.
La paura di sbagliare è spesso presente nelle persone che hanno una bassa opinione di sè ed è collegata alla paura del giudizio delle altre persone. Tutti sbagliamo o abbiamo fatto errori nella vita quindi accetta qualche fallimento e vedilo come un’opportunità di apprendimento. Infine, ricorda a te stesso che fallire non significa essere un fallimento e che ognuno eccelle in qualcosa di diverso.
Tu, come qualsiasi persona dell’universo, meriti il tuo amore e affetto. Buddha 

Oltre a tutto ciò ricorda di:

1 – Vivere consapevolmente

La pratica di vivere in modo consapevole è il primo pilastro dell’autostima.  Vivere consapevolmente significa cercare di essere consapevole di ogni cosa che riguarda le tue azioni, scopo, valori e obiettivi Se non possiedi un appropriato livello di consapevolezza nelle tue attività ciò comporterà un minor senso di autoefficacia e di stima di te.


2 – Praticare l’auto-accettazione

È importante accettare tutte le parti di sé  anche quelle “rinnegate” in quanto  i primi passi verso la  guarigione  e  la crescita avvengono attraverso l’accettazione e l’ integrazione di questa. Auto accettarsi significa  rifiutarsi di vivere  un rapporto conflittuale con se stessi.

3 – Essere auto-responsabili

Questo pilastro consiste nel rispondere alle sfide della vita non come vittime  ma come individui  che assumono il controllo e la responsabilità della propria  condizione  per cambiarla.

4 – Essere assertivi.

Saper comunicare in modo assertivo è un’abilità chiave in chi possiede una buona autostima.   Per scoprire come aumentare la tua assertività clicca qui.

5 - Vivere con uno scopo nella vita

Seguire una propria visione e scopo finale nella vita è il 4 punto per una buona autostima.

6 – Praticare l’integrità personale

L’Ultimo punto consiste nel vivere in modo coerente con i propri valori e le proprie convinzioni.

Quindi ... se l'autostima si forma dall'infanzia come dobbiamo comportarci con i bambini?
Aiutato dai genitori, dunque, un bambino può crescere sano e forte non solo nel fisico ma anche nello spirito. Ma come possono i genitori aiutarlo a crescere consapevole di se e del proprio valore?

Le 7 regole per coltivare l'autostima di tuo figlio

Dargli obiettivi realistici

Per evitare che si scoraggi, se l’obiettivo è impegnativo si può aiutare il bambino a tagliare il traguardo attraverso alcune tappe. Se, ad esempio, ha 4 in matematica, è irrealistico pretendere un 8 a breve termine. È invece più facile che riesca ad arrivare al 5 la volta successiva, al 6 quella dopo ancora e al 7 alla terza prova per raggiungere l’8 alla quarta.

“Ancorarlo” nei suoi successi

Per rafforzare la memoria dei successi (quali che siano: anche un goal alla partita all’oratorio) può essere utile creare un “calendario dei successi”, sul quale annotarne uno ogni settimana perché sia immediatamente visibile.

Criticarlo, ma in modo costruttivo

Se rompe un piatto apparecchiando, non bisogna aggredirlo immediatamente. Invece, è meglio prima complimentarsi per aver assolto al suo compito, e poi dirgli che “però sarebbe stato meglio se il piatto fosse stato ancora intero”. In generale, funziona molto bene la “regola del sandwich”: un complimento, una critica, un complimento (“Grazie per avermi aiutato, ma non hai ancora sistemato camera tua. Ah, dimenticavo: ancora bravo per l’8 in italiano”).

Credere in lui

Basta una frase: “Ho fiducia in te, ce la farai”. Sembra una banalità, ma il fatto di sapere che qualcuno crede il lui, per il bambino è fondamentale, e lo aiuta ad aver fiducia nelle proprie capacità per affrontare senza paura anche situazioni nuove. Una fiducia che si può rafforzare anche affidandogli qualche responsabilità in casa (adeguata alla sua età, ma senza mettere l’asticella troppo in basso: il “ti piace vincere facile” fa danni).

Sostenerlo

Quando lo scoramento prende il sopravvento a causa di una caduta nella strada verso il traguardo, bisogna aiutare il bambino a rialzarsi. Facendogli capire che nella vita un fallimento può sempre capitare, ma che alla lunga gli sforzi vengono comunque ricompensati.

Fare il tifo per lui

Il rafforzamento positivo nei confronti del bambino si ottiene anche con piccole cose: “Simpatica la tua maglietta”, “Bella questa pettinatura”, “Il tuo zaino è molto più ordinato di una volta”… Però bisogna evitare di fare l’errore di sovrastimare le sue capacità: dirgli in continuazione “sei un genio”, per esempio, rischia di essere controproducente. Perché, alla prova dei fatti, potrebbe accorgersi di non essere veramente a un livello molto più alto di compagni e amici. E cadere dall’alto di un piedistallo fa più male.

Fargli coltivare i suoi talenti

La buona riuscita a scuola non sempre va di pari passo con le capacità di ciascuno: Einstein (giudicato uno studente mediocre dai suoi professori) ne è l’esempio. Quindi, per preparare un bambino alla vita, è bene fargli coltivare i suoi talenti e le sue passioni, senza pregiudizi: preferite che vostro figlio diventi un ottimo cuoco o un pessimo medico?

(Fonte: articolo pubblicato sul settimanale francese “articolo pubblicato su Avantages)

Coltiva la memoria del successo

Secondo lo psicologo e pedagogo francese Bruno Hourst, in un articolo pubblicato sul proprio sito, per aiutare i propri figli a diventare degli adulti sicuri di se e del proprio valore bisogna coltivare la “memoria dei successi”: se un bambino si rifiuta di fare qualcosa perché non è certo di riuscire, non saprà mai davvero se invece sarebbe stato in grado di svolgere quel compito.
“Il rifiuto – spiega Hourst – si basa generalmente sulla “memoria dei fallimenti” a cui è andato incontro in passato: il bambino, così come l’adulto, non riesce a immaginare di essere in grado di fare qualcosa perché non si ricorda di essere mai riuscito a fare qualcosa si analogo”.
Ecco allora che bisogna aiutarlo a ricordare i suoi successi, anche i più piccoli, anche quelli che sembrano insignificanti: un bel voto in un compito in classe, per esempio, oppure il fatto di essere riuscito a declamare una poesia davanti a 20 persone, o ancora l’aver imparato ad andare in bicicletta senza rotelle.
Piccole vittorie, senza dubbio, che però possono spingere il bambino a raggiungere traguardi più ambiziosi grazie alla “memoria del successo”.
L’errore comune, rimarca invece il pedagogo, è quello, commesso da molti genitori e insegnanti, “di rimarcare più spesso l’errore rispetto alla buona riuscita, instillando l’idea che il successo è “normale” mentre lo sbaglio è “anormale”. Per di più sostenendo l’idea moralizzatrice che non è bello vantarsi e che bisogna sviluppare la modestia nei bambini. Invece il rifiuto di riconoscere i successi non aiuta né a crescere né a far radicare la fiducia in sé e l’autostima del piccolo”.
Con il rischio, una volta adulto, di sviluppare quella che gli psicologi chiamano “la sindrome dell’impostore”: tutti i propri fallimenti diventano normali, tutti i successi altrui anormali (poiché vengono imputati alla fortuna, all’azzardo, a un intervento esterno…).
Quindi, condensando, la prima regola per Hourst è quella di “ricordare al bambino i successi passati, che diventano il fondamento per quelli futuri”.

Combatti il senso di invisibilità

La “memoria del successo” è importante anche per sconfiggere il senso d’invisibilità che, se è drammatico già per un adulto (basta pensare agli effetti del mobbing), per un bambino è assolutamente devastante.
“In certe occasioni – spiega Hourst – siamo sicuri che potremmo partecipare o apportare il nostro contributo. Ma non esistiamo, nessuno si interessa a quello che potremmo dire, pensare, sentire o fare. È un sentimento comune a molti bambini, a casa o a scuola, allorché pensano (a torto o a ragione) di “non esistere”, di essere “invisibili” per i familiari e gli insegnanti.
In questi momenti è importante aiutarli, con mezzi positivi, a rendersi di nuovo “visibili” a se stessi e agli altri, perché questa “visibilità” psicologica è importante per sviluppare l’autostima e per prevenire comportamenti disturbati o distruttivi, come l’autoesclusione da un gruppo, la violenza su se stessi, sugli altri e sulle cose o l’adesione a gruppi di “cattivi ragazzi” in cerca di visibilità”.
Anche in questo caso, secondo il pedagogo, è utile la “memoria dei successi”: discutendone, si aiuta il bambino a tornare visibile. Ed è utile farlo in forma visibile, magari creando un “calendario dei successi”, o una “scatola dei successi”, che contengano l’indicazione di tutti i traguardi raggiunti.

Buona autostima a tutti.

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