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Magia, stregoneria, religioni, ecc. simboli e metafore che costituiscono le basi della visione del mondo diffuse nei gruppi.
Simbolo è ciò che sta per qualcos’altro in rapporto ad una legge, cioè un accordo tra i membri di una cultura.
Il “simbolo” si è specializzato presso gli antropologi come segno che riassume, compendia in sé non uno ma una serie di significati correlati e culturalmente condivisi a cui la comunità assegna un ruolo non secondario.
Immaginate per un attimo di far parte degli Azande un popolo dell'Africa centrale.
Nel vostro villaggio il solaio di una palazzina crolla perché distrutto dalle termiti.
Anche se gli Azande conoscono le cause reali di un evento, ad esempio il fatto che il solaio è crollato perché le termiti avevano roso le assi, la stregoneria viene sempre utilizzata per spiegare gli eventi in una chiave di lettura più profonda, implementando la spiegazione apparentemente più ovvia. Cioè: qualcuno ha fatto arrivare la propria stregoneria al punto da provocare quella sciagura. In questo senso la stregoneria assolve ad un ruolo teleologico (dal greco antico télos ‘fine’, cioè finalistico) nell’interpretazione del reale: esattamente come in un’altra cultura si può utilizzare la spiegazione di un evento sciagurato in chiave edificante attinta di solito alla sfera religiosa dell’esperienza (cfr. spiegazioni del tipo: “i disegni di Dio sono infiniti”, o l’idea che comunque gli estinti sopravvivano in un mondo ultraterreno, ecc.), la stregoneria offre una spiegazione teleologica ma di tipo non edificante, e così chiama in causa il suo complementare magico per rimediare in qualche modo al disequilibrio.
La cultura Azande offre altri modelli interculturali legati alla visione magico-stregonesca del mondo.
Esistono fra di essi gli oracoli, entità invisibili dotate del potere di rispondere ai quesiti in modo veritiero. Saranno gli oracoli a smascherare uno stregone, ad esempio.
Gli oracoli Azande sono dei polli morenti per del veleno che è stato somministrato loro ad hoc.
Alla fine, di solito, lo stregone designato dal responso è uno dei vicini, categoria sospetta per definizione, dato essi che conoscono tutto della famiglia confinante.
Un messaggero si reca all’abitazione del vicino che ammette giurando di non essere consapevole della stregoneria ma di fare di tutto per bloccarla. Insomma, la stregoneria diventa un modo socialmente accettato per controllare comportamenti apparentemente fuori norma: la persona accusata di stregoneria ringrazia perché non sa di esserlo e indirettamente si sottopone al giudizio preventivo della comunità che la richiama all’ordine, senza che il comportamento possa reiterarsi e diventare lesivo.
Secondo l’antropologa Mary Douglas, esisterebbero tre tipi di stregoneria:
a. stregoneria compiuta da qualcuno estraneo alla comunità (in questo caso l’accusa di
stregoneria rafforza i legami di gruppo);
b. stregoneria compiuta da un membro interno (in questo caso l’accusa di stregoneria crea una
scissione ed una ridefinizione dei rapporti sociali);
c. stregoneria compiuta da un “pericoloso deviante” (in questo caso la stregoneria diviene un
modo per controllarlo e per difendere i valori espressi dalla comunità).
attraverso la conoscenza dei propri sensi aiutare noi stessi?
E' possibile tramite la conoscenza di se stessi essere d'aiuto a noi e agli altri: il tatto, l'udito,la vista,il gusto, l'olfatto, possono essere degli strumenti di consapevolezza?
Non si può essere di aiuto a nessuno se prima non lo si è per se stessi.
La consapevolezza di sé è quella capacità di conoscere, o sentire o capire che qualcosa sta accadendo.
È, come dice Mosche Feldenkrains, quella parte della coscienza che implica conoscenza, significa essere cosciente, sapere che cosa si sta facendo, nel sapere di che cosa siamo coscienti. Sembra un procedimento contorto, ma in realtà è molto semplice. La consapevolezza nasce dall’osservazione, un’osservazione senza giudizio, pertanto è importante allenarsi ad osservare, ascoltare e ascoltarsi partendo dalla percezione dei nostri sensi. (Per info sul metodo)
Cosa vedo? Cosa sento? Cosa provo? Cosa faccio?
I cinque sensi
Lo sviluppo dei sensi nel feto comincia prestissimo, quando il feto viene ancora chiamato embrione.
I sensi permettono al feto di cominciare ad entrare in relazione con sé e il mondo che lo circonda: permettono di sentire la vita dal primo istante, di cominciare a formare la memoria corporea.
Il Tatto: conosci il tuo corpo e poi amalo
L’automassaggio è uno strumento identificativo molto importante: solo toccando per esempio i nostri piedi e massaggiandoli, prendiamo immediatamente in mano il nostro io, le nostre radici.
L’Udito: le vibrazioni dell’anima
Noi non ce ne accorgiamo, ma il nostro orecchio percepisce le vibrazioni di ogni cosa.
I suoni, le nostre parole, i vari rumori, le vibrazioni.
E le vibrazioni sono pura energia.
L’udito è tra i cinque, il senso più “profondo”.
Tutto ciò che sentiamo con le nostre orecchie non viene solo immagazzinato dal nostro cervello, ma vibra nella nostra anima.
Quindi per nutrire al meglio il nostro io interiore, possono essere molto utili i Mantra ( dal Sanscrito letteralmente significa liberazione della mente).
I Mantra sono suoni che vengono generati dentro di noi. I Mantra ascoltati e ripetuti regolarmente, cambiano gradualmente tutte le cellule del corpo. E’ dunque evidente l’importanza delle vibrazioni sonore per il nostro benessere.
La Vista: Mandala, le immagini che curano
Mandala è una parola che deriva dalla lingua indiana sanscrita che significa cerchio o centro. E’ una figura chiusa al cui interno si trovano diversi disegni, forme, colori che convogliano e partono da un centro. Il Mandala rappresenta una struttura radicata nell’interno di noi stessi, rappresenta il movimento tra interno ed esterno, le forze che portano all’esplorazione del mondo esterno ed alla nostra interiorità. Il centro del Mandala, a cui tutto arriva e da cui tutto riparte è come il centro della propria anima, dove poter trovare energia e armonia. Colorare un Mandala, significa tirare fuori tutta la propria interiorità in quel particolare momento della nostra vita.
Gusto: il cibo e i suoi simboli – fame fisiologica e fame emozionale
L’atto del cibarsi è un’azione naturale che cela dietro di sé significati così profondi da costituire in tutto e per tutto un simbolo: rappresenta il primo incontro con il mondo, è la prima forma di piacere che l’uomo conosce, garantisce la sopravvivenza. La fame fisiologica è quel vuoto che il nostro fisico ci avverte che occorre mangiare, per darci energia. La fame emozionale è una reazione improvvisa, scatenata dal bisogno di abbassare l’ansia e colmare un disagio emotivo. Per distinguerle, ed abbassare il bisogno di fame emotiva (che può diventare molto dannosa per la nostra salute) occorre acquisire consapevolezza del momento reale mettendo alla prova i nostri sensi costringendoci, per esempio, a mangiare con le mani e con gli occhi bendati: toccare il cibo, portarlo alla bocca e masticarlo senza vederlo ci impegna alla consapevolezza.
Olfatto: ricordo delle esperienze passate
A differenza degli altri sensi, la stimolazione olfattiva, è la sola a passare direttamente nella corteccia cerebrale, senza essere filtrata dal centro recettore del talamo per un’analisi preliminare. Le molecole aromatiche che si diffondono nell’aria vanno a sollecitare le cellule olfattive che tengono memoria di ogni odore. Questo spiega come mai un profumo possa evocare istantaneamente ricordi estremamente vivi di esperienze vissute anche molto tempo addietro. L’Aromaterapia quindi coinvolge l’emotività, la memoria, la sensibilità e il sistema endocrino e immunitario.
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