domenica 22 settembre 2013

Chi insegna, comunica, chi insegna pedagogia ..... l'arte e scienza dell'apprendimento sa cosa vuol dire cultura?

Chi insegna, comunica, chi insegna pedagogia ..... l'arte e scienza dell'apprendimento sa cosa vuol dire cultura?



Oggi cercheremo di capire il significato di due termini molto usati .... i termini sono Cultura e culture.


La Cultura con la C maiuscola è individuata come la capacità generale, tipica di Homo sapiens sapiens, di produrre e riprodurre dei comportamenti e delle visioni del mondo che permettano alla specie non solo di
sopravvivere ma di vivere nel miglior modo possibile in mancanza della programmazione genetica altamente “specialisticizzata” tipica di altre – non tutte - specie animali (sappiamo fare molte cose ma delle ipotetiche gare di atletica leggera interspecifica vedrebbero Homo sapiens agli ultimi posti in molte specialità).
Quanto alle culture con la c minuscola, gli antropologi definiscono così l’insieme dei comportamenti e delle idee che si riscontrano all’interno di gruppi sociali, di comunità particolari.In questo senso l’antropologia ha contribuito in modo massiccio a contrastare la nozione classista e razzista, tipica del XIX secolo, di cultura in quanto patrimonio culturale acquisito da ogni individuo grazie alla formazione pedagogico-educativa ricevuta e sempre valorizzata in termini di raffinatezza e superiorità estetico-morale, prerogativa dei pochi membri
delle classi dominanti.
In base alla definizione della cultura come capacità di trasmettere e di ripetere delle informazioni apprese da una generazione all’altra, è possibile individuare un tratto base della cultura stessa: la sua semioticità (cfr. il greco antico semeìon ‘segno’), ovvero il fatto che la cultura è possibile in quanto l’essere umano è anche un animale simbolico (o legisegnico per usare l’espressione di Charles Sanders Peirce [pron. pèers]), che usa cioè, per la maggior parte, dei segni che sono rappresentazioni arbitrarie della realtà (simboli o legisegni), cioè frutto di un accordo tra i membri del gruppo:segno è qualcosa che “sta per qualcos’altro”.
Questa concezione della cultura, basata sull’assunto semiotico che “cultura è comunicazione”, permette di definire la cultura stessa comeinsieme di segni comuni ad una popolazione umana.
Fino qui tutto chiaro?
Ad alcuni pare proprio di no........
Avete mai comprato un libro scritto con termini incomprensibili?
E avete mai avuto un professore dotato di bassissima stima in se stesso che cerca di farsi grande usando parole incomprensibili obsolete e non appartenenti all'insieme comune di segni utilizzati nella vostra cultura?
Sin dal raggiungimento dell'età dell'efebia mi sono dato uno statuto epistemologico ed ho sempre cercato come voi sapete di parlare di comunicazione analizzandola da un punto di vista sia sincronico che diacronico.
L'esegesi di ogni argomento per me è fondamentale e ve lo trasmetto puntualmente e ..... vaffanculo.
Dell'ultima parola conosciamo tutti l'esegesi.



(Per sicurezza ve la scrivo .... Vaffanculo. Ormai di casa nel gergo popolare e direi quotidiano di gran parte di noi, uso così normalizzato, che qualcuno ci fa campagna elettorale sopra, diventa lo slogan di una forza politica. Quando le parolacce sono di provenienza sessuale, ho notato che non si fa mai riferimento alla fecondazione, che è la nascita della vita. Avete mai sentito improperi del tipo “se non la smetti ti metto incinta?” Certamente no. Al contrario, non è un caso che la regina delle parolacce italiane sia “vaffanculo”. “Vaffanculo” significa testualmente fatti penetrare, diciamo così, dall’entrata di servizio. Ebbene, questa pratica, com’è notorio, non consente la proliferazione, quindi assicura alla parte attiva del rapporto sessuale d’ottenere piacere senza correre il rischio d’avere ancora a che fare con la persona a cui rivolgiamo questa offesa. Mentre per natura il sesso serve alla nascita d’una nuova vita, questo tipo di rapporto, non consentendolo, nega la vita. Nega la vita allo stesso modo d’ogni altra parolaccia )
«In ogni casa dovrebbe esserci una stanza per imprecare. È pericoloso dover reprimere un’emozione del genere».
Mark Twain

E con questo cosa volevo dire....... 

Secondo voi quando un professore adibito al compito di trasferire la cultura alle nuove generazioni usa un linguaggio come quello usato da me nei paragrafi precedenti ....trasmette cultura? 




Chi si assume la responsabilità di verificare che un professore è in grado di trasferire cultura?
Chi deve licenziare?
Chi deve essere licenziato per aver messo li una persona inadatta?
L'insegnamento su misura dell'educando ...... con le parolacce mi fermo ma sono sicuro che a voi in mente qualcosa sta passando....
Nessuno mette in discussione la preparazione ... ma la preparazione è inutile se non si può trasferire.
Voi che esperienze avete?
Attendo come sempre preparato i vostri commenti.


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sabato 14 settembre 2013

PNL: CERVELLO ISTRUZIONI PER L’USO ........ IL CORSO ..... VERSO L'EVOLUZIONE UMANA

PNL: CERVELLO  ISTRUZIONI PER L’USO
 ........ IL CORSO ..... 
VERSO L'EVOLUZIONE UMANA


Docente: Mauro Brocca
Giorno e ora: giovedì dalle ore 17
alle ore 19
Sede: UTL P.za San Rocco Garlasco
Inizio corso: 17 ottobre 2013
Durata corso: 20 incontri
Programma
Volete avere più acutezza sensoriale?
Volete comprendere e farvi capire meglio?
Volete riconoscere chi vi sta mentendo?
Volete avere il controllo dei vostri
stati d’animo (ansia, paura, insicurezza)?
Volete avere il controllo delle vostre fobie e del dolore?
Volete conoscere il linguaggio ipnotico?
Volete assumervi la responsabilita’
di conoscere questo e molto altro?
Volete assumervi la responsabilita’ della vostra vita?.........
Lo vuoi!!!! 
Ok ….
Ti aspettiamo al
corso.

Come risolvere i disturbi d'ansia

Come risolvere i disturbi d'ansia


Automonic Nervous System
I disturbi d'ansia
Nella psicologia clinica si distinguono 3 tipi di disturbi legati all'ansia:
Il disturbo di ansia generalizzata: caratterizzato da un senso di ansia persistente e un fondo di preoccupazione cronica; si teme, ad esempio, che qualcosa di brutto possa succedere da un momento all'altro, oppure che un incidente possa capitare ad un proprio caro.
Gli attacchi di panico: la persona soggetta ad un attacco di panico vive, in modo improvviso e del tutto inaspettato, un'esperienza terribile di ansia. E' sopraffatta da un senso di stordimento, perdita di controllo e confusione; terrorizzata da ciò che sta avvenendo, sente di impazzire, di avere un malore o di morire.
Le fobie: costituiscono una paura eccessiva, spesso irrazionale, di determinati oggetti o situazioni che generano quindi ansia intensa e successivo evitamento. Nella fobia di tipo sociale, ad esempio, si ha il timore di arrossire, di sudare oppure di svenire di fronte a persone considerate importanti; il timore crea un'ansia incontrollabile, finendo per realizzare ciò che di peggiore si aveva presagito.


I sintomi
Queste 3 condizioni (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie) si presentano spesso combinate tra loro e con diversi sintomi:
senso di irrealtà, confusione, stordimento
giramenti di testa, vertigine
paura e allarme immotivati, pensieri catastrofici come, ad esempio, avere un incidente, un malore, oppure commettere atti inconsulti come ferirsi o gettarsi nel vuoto da un piano alto.
sentire il proprio cuore battere in modo strano, palpitazioni
appannamento della vista, sensazione di testa vuota
mancanza di respiro, peso al petto, costrizione toracica
sudorazione
nodo alla gola, bocca secca
vampate di calore
tensione muscolare
formicolii


L'evitamento
In seguito all'esperienza di uno o più attacchi di ansia/panico, la persona adotta come metodo di difesa l'evitamento delle situazioni o dei luoghi in cui si trovava nel momento della crisi. Con questa strategia però il soggetto non solo non risolve il problema ma tende ad evitare, sempre di più, i luoghi e gli oggetti per lui ansiogeni, finendo col limitare gravemente il proprio campo di azione. Avendo avuto il primo attacco di panico mentre, alla guida della proprio auto, si trovava bloccato in una galleria, il paziente inizia a scegliere percorsi stradali nuovi assicurandosi che non vi siano ulteriori gallerie; successivamente l'idea di poter essere imprigionato nel traffico lo spinge ad evitare le autostrade, non avendo, in quella eventualità, possibilità di fuga. Si limita quindi a prendere la macchina solo per spostarsi in città, ma presto, anche in questa situazione, avverte una tensione costante, finendo, così, per non guidare più.

La caduta dell'autostima, la depressione
Non riuscendo più a "fare le cose come prima", soffrendo fisicamente e mentalmente, l'autostima cala vertiginosamente e la persona si percepisce fragile, vulnerabile. Si entra in una fase della vita di difficoltà, di malessere, sentendosi a volte, depressi. Nella maggior parte dei casi, non si tratta di un disturbo depressivo autentico, ma di una condizione di disagio causata dalla frustrazione, dallo scoramento, dai problemi posti dai nuovi limiti e ripetuti fallimenti.

Diffusione dell'ansia
Molte persone che soffrono d'ansia, sopraffatte dal peggioramento dei loro sintomi, ad un certo punto temono di non essere normali, di avere una malattia rara, di stare impazzendo. In realtà, moltissime persone, più di quanto possano immaginare, vivono le medesime emozioni e reagiscono allo stesso modo.
Un quarto della gente che incrociamo, camminando per strada tutti i giorni, è affetta da una qualche forma di disturbo d'ansia, e addirittura più della metà dei passanti, prima o poi, sperimenterà nella propria vita almeno un'esperienza di ansia intensa o panico. Basta mettere le parole famous people anxiety nel motore di ricerca google.com per avere liste sorprendenti di celebrità affette da questo disagio.
Perché, allora, l'ansia è così comune nell'essere umano?

Che cos'è l'ansia
Sorprendentemente, l'ansia è un meccanismo di difesa prezioso, del quale tutti sono dotati, indispensabile per la sopravvivenza.
Compiere attività come guidare nel traffico, eseguire una riparazione su un'impalcatura o competere in una gara sportiva, senza la minima ansia, come se si fosse rilassati sul divano di casa guardando la televisione, comporterebbe dei gravi pericoli o insuccessi sicuri. Quello stato di attivazione fisica, nervosa, è indispensabile alla riuscita dell'essere umano nell'affrontare molte circostanze quotidiane della vita e deriva da un meccanismo di reazione al pericolo antichissimo, frutto di milioni di anni di evoluzione, definito fight or flight: attacco o fuga.


Il meccanismo di difesa "attaco/fuga"
Scorgendo segni della presenza di un predatore feroce nelle vicinanze, i mammiferi si mettono in stato di massima allerta: il cuore inizia a battere forte e il respiro diventa veloce per rifornire di ossigeno i muscoli, viene rilasciata adrenalina e noradrenalina, la digestione si interrompe, i vasi sanguigni periferici si contraggono e quelli muscolari si dilatano; la visione, l'udito, i sensi in generale si fanno acutissimi, tutto il corpo è in tensione e pronto al massimo dello sforzo. Nell'uomo questo meccanismo di reazione al pericolo è attivato dall'ipotalamo e dall'amigdala, le parti del cervello più interne e ancestrali, e i sintomi soggettivi che genera sono quelli, per l'appunto, dell'ansia. Essendo questo meccanismo così profondo e radicato nel sistema nervoso, anteriore alla nostra evoluzione cognitiva-intellettuale, scatta sempre in qualsiasi situazione importante, al fine di permetterci la massima prestazione, ma non distingue i vari tipi di pericolo. Così durante un esame all'università, davanti a quella persona carina che desideriamo sedurre, parlando in pubblico, può capitare che il nostro corpo reagisca come se ci trovassimo di fronte a un predatore feroce.
E' normale, in quei casi, avvertire i sintomi dell'ansia, anche intensi.
Il problema è quando iniziano a essere sproporzionati alla realtà, presenti troppo frequentemente e compromettono il nostro benessere e l'integrità dei vari ambiti della vita quotidiana come il lavoro, lo studio, la famiglia, le relazioni sociali, l'amore.

Le cause
A livello superficiale, una delle cause principali del disturbo è l'interpretazione errata dei sintomi dell'ansia. I sintomi vengono cioè avvertiti come pericolosi, come perdita di controllo e sopraffazione. In poche parole si arriva ad avere "paura della paura" e così l'ansia genera ulteriore ansia, dando il via a una spirale che, in modo estremamente veloce, porta il soggetto a stare male, all'incapacità, all'attacco di panico.
Una sensazione inconsueta, ad esempio un formicolio, un leggero giramento di testa (tutti, ogni giorno, hanno questo tipo di sensazioni corporee, assolutamente normali) può generare il timore di avere un malore. Riuscire a distinguere correttamente i sintomi dell'ansia, senza lasciarsi trascinare dalla paura è importante; Prendiamo, come esempio, la descrizione di cinque minuti della vita di Sara:
"Camminando inizia ad avvertire un peso al petto, il suo respiro, si fa un po' più rapido. Percepisce uno strano senso di eccitazione e tensione crescente. Si siede e cerca di rilassarsi ma l'ansia continua a diventare più intensa. Improvvisamente il suo corpo è spinto indietro, si aggrappa con le mani ai lati della sedia e stringe i denti per soffocare un urlo. Lo stomaco le si chiude, il cuore batte forte in gola e sente il viso arrossire. Le emozioni che prova vengono a ondate e sono senza controllo: stordimento, paura, sopraffazione."
Sara non sta avendo un attacco di panico.
Al contrario, lei stessa è alla ricerca di forte eccitazione: è in un parco di divertimenti e sta facendo un giro sulle montagne russe. L'attivazione nervosa dell'ansia è la stessa presente anche in circostanze piacevolmente emozionanti. In alcuni casi, siamo noi, a etichettare mentalmente, in modo sbagliato, queste sensazioni, a ingigantirle e a interpretarle come pericolose.
A livello più profondo, concorrono a generare il disturbo tre tipologie di cause principali:
Fattori genetici
Traumi: incidenti, lutti, violenze, abusi.
La storia personale ed eventuali problemi/dinamiche non ancora risolte.

La terapia
Il disturbo d'ansia appare a molti pazienti come qualcosa da cui "non se ne esce", a causa dell'intensità dei sintomi, apparentemente incontrollabili. Con il percorso terapeutico idoneo, è invece possibile guarire e imparare moltissimo su sé stessi. La psicoterapia ipnotica risulta tra le migliori per questo genere di disturbi, in quanto agisce sia sul corpo e i sintomi, sia sull'inconscio, la parte più profonda della mente dove si trovano le radici del problema. Lavorando nel profondo, il terapeuta aiuta il paziente a scoprire le sue personali risorse, utili ad affrontare le difficoltà e a liberarsi dagli schemi restrittivi che limitano la libertà e la forza creativa, diventando così più forti e sicuri.





TECNICA PNL PER COMBATTERE L'ANSIA

Come la maggior parte dei disturbi ci noi proviamo anche l'ansia è un’idea non una realtà!
Per cambiare questa idea utilizzeremo la Linea del Tempo.
Quando siamo ansiosi nel nostro cervello si generano immagini negative proiettate nel futuro.
Se eseguirete correttamente la tecnica i risultati sono istantanei.
L'uso della tecnica serve ad andare a modificare le immagini che costituiscono l'idea negativa e quindi modifichiamo la reazione emozionale .... l'ansia.

PROCEDURA

Andiamo sulla linea del tempo e nel futuro dopo la conclusione positiva dell’avvenimento
Renditi conto della sensazione
Torniamo al presente
Se l’ansietà non sparisce, allora bisognerà ristrutturare: “Mi rendo conto che ognuno di noi è parzialmente convinto che è importante avere un po’ di ansia per motivarsi, il problema è che l’ansietà non è buona per il corpo. Ci sono degli altri modi nei quali sarebbe possibile motivarti e lasciare andare l’ansia?
Ci sono persone che si motivano con la paura e l'ansietà rappresenta allora una forma di motivazione (VIA DA).
E’ NEGATIVO MOTIVARSI CON LA PAURA PERCHÉ E’ DISTRUTTIVA.
Per avanzare è meglio crearsi immagini mentali positive.“Un giorno la paura busso' alla porta, il coraggio ando' ad aprire e non trovo' nessuno.

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